Cos'é la selettività alimentare? Quando rivolgersi ad uno specialista?

25.03.2018

"Mamma questo non mi piace", "Papà questo non lo mangio". Tutti abbiamo assistito a discussioni tra genitori e figli durante i pasti, o ne abbiamo sentito i racconti. Il comportamento alimentare è fondamentale per la sopravvivenza e la salute, per cui destano preoccupazioni e premure nei genitori. La cultura italiana, poi, dà molta importanza al rito del pasto, al mangiare in abbondanza e tutto. Questo si scontra con i gusti dei bambini, che spesso rifiutano alcuni cibi. Ma se il rifiutare cibo è un comportamento comune, quando si parla di selettività alimentare

La selettività alimentare consiste nel rifiutare di assumere cibi nuovi, limitando la gamma dei cibi assunti ad una ristretta quantità. I cibi che il bambino sceglie o accetta di mangiare sono selezionati in base ad una specifica variabile. Ad esempio, un bambino può assumere solo i cibi croccanti oppure al contrario liquidi, cremosi o molli (variabile consistenza). Altri bimbi possono preferire i cibi di uno specifico colore o al contrario rifiutare i cibi di un determinato colore o aspetto, come la verdura (variabile colore/aspetto). In altri casi è il gusto ad essere la variabile discriminante. Questo diventa un problema quando il numero di alimenti ingeriti é scarso e quindi il bambino rischia di non alimentarsi a sufficienza. Anche i comportamenti che emergono di fronte alla presentazione del cibo non gradito potrebbero essere particolarmente inadeguati. Considerata la preoccupazione che il regime alimentare desta giustamente nei genitori, questi potrebbero involontariamente rinforzare tali comportamenti. Questi, che inizialmente hanno la funzione (e quindi l'obiettivo) di evitare quel particolare cibo potrebbero assolvere con il passare del tempo ad altre funzioni, come la ricerca di attenzioni. In questi casi rivolgersi ad uno specialista è d'aiuto. La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nel ridurre i comportamenti inadeguati e nell'ampliare la gamma dei cibi assunti, utilizzando procedure specifiche di inserimento graduale dei cibi, di rinforzo e, aspetto fondamentale, di parent training, ossia di formazione genitoriale alla gestione dei comportamenti, al fine di generalizzare i risultati e di utilizzare un approccio quanto più naturalistico. 

Ma la selettività è indizio di autismo?  Spesso i bambini con diagnosi di spettro autistico hanno una selettività alimentare. La selettività alimentare, però, può presentarsi anche da sola, in maniera specifica. 

Dandovi appuntamento al prossimo approfondimento vi auguro di trascorrere una piacevole settimana. 

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Dott.ssa Sara Schiuma

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